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RICOSTRUZIONE MAMMELLA

Non solo attrazione ma anche fonte di vita

Il tumore della mammella è purtroppo una patologia molto frequente e fortunatamente con buone opportunità di trattamento.

 

Il trattamento primario è rappresentato dalla chirurgia che provvede all’asportazione della lesione con tecniche appropriate specificatamente per ogni singolo caso.

 

 

I tempi chirurgici sono rappresentati da una fase così detta “demolitiva" generalmente affidata al chirurgo oncologo ed una fase “ricostruttiva” opera del chirurgo plastico.

Le due fasi vengono frequentemente, e forse preferibilmente, attuate nello svolgimento del medesimo intervento, tuttavia possono essere distinte in tempi separati.

 

Come già accennato, le scelte delle diverse metodiche sono assolutamente da valutare e scegliere caso per caso ed influenzate da diversi fattori:

 

Il tipo di chirurgia finalizzata all’asportazione della lesione è influenzata primariamente dal tipo della lesione e da fattori specifici per la paziente e può prevedere:

 

Quadrantectomia, ovvero l’asportazione di una porzione di mammella.

 

Adenectomia sottocutanea, asportazione della ghiandola mammaria conservando la pelle l’areola ed il capezzolo.

 

Mastectomia asportazione della ghiandola e del complesso areola capezzolo.

 

Mastectomia secondo halsted con asportazione anche del muscolo pettorale, fortunatamente sempre meno usata.

 

La ricerca del                           o la linfoadenectomia loco regionale possono rendersi necessarie.

 

La tecnica ricostruttiva è fortemente condizionata dagli esiti del  tipo di asportazione eseguita, oltre da fattori specifici legati alle caratteristiche  del singolo caso.

 

 

 

 

Possiamo suddividere le metodiche fondamentalmente in due grandi categorie, quelle che prevedono l’utilizzo di materiali estranei all’organismo (espansori tissulari e protesi) e quelle che utilizzano solo tessuti propri del corpo umano. Ovviamente esistono situazioni dove è necessario combinare le diverse metodiche.

 

 

 

 

 

 

Il chirurgo plastico, nella scelta della tecnica più indicata, non può non prestare attenzione anche:

alla costituzione della paziente, al tipo di tessuti, al pannicolo adiposo, al trofismo muscolare, alla forma e dimensione dell’altra mammella, alla singola storia personale, alla eventuale presenza di patologie concomitanti, a pregressi interventi chirurgici, all’eventuale necessita di radioterapia, ecc.

 

In conclusione, si può affermare che non esiste una tecnica migliore in assoluto, ma esistete ma metodica più indicata che va scelta correttamente. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per correttezza ed onestà, e per sfatare alcuni falsi miti alimentati talvolta dal diffondersi di notizie che maggiormente mirano a cogliere l’interesse del pubblico piuttosto che a fornire informazioni, vorrei sottolineare che per quanto incredibile e stupefacente, la chirurgia plastica non è in grado di eguagliare e superare madre natura. 

Pertanto, le favole di ottenere dopo una ricostruzione, qualunque essa sia, un risultato migliore e preferibile di quello di partenza , vanno interpretate proprio come tali, ovvero favole.

E che la frase, talvolta sentita,

 “ togli tutto e poi te lo fai rifare così sarà più bello di prima” 

non potrà mai essere pronunciata seriamente.

La prevenzione e la diagnosi precoce sono sempre alla base del successo

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