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LA FILOSOFIA

Mi occupo ormai da più di vent’anni di chirurgia plastica sia con finalità ricostruttiva:
ovvero, per restituire l’integrità ed ancor di più le funzionalità perdute in conseguenza di traumi, incidenti o malattie gravi,
sia con finalità squisitamente estetica:
per mantenere o migliorare particolari estetici che non corrispondono o non corrispondono più  all’ideale.
Ovviamente  nel perseguire questo obiettivo, non trascuro la così detta medicina estetica che con punture, punturine e macchinari vari  ci aiuta a vivere bene in noi stessi.
Per questo motivo il rapporto principale è con la donna, perché  che che se ne dica, l’uomo si sta avvicinando a questo mondo ma ancora in percentuale molto minore della donna.

 


Infatti, fintanto che noi maschietti riusciremo a convincervi, e soprattutto voi donne farete finta di credere che l’uomo brizzolato, con le zampe di gallina, la pancetta e le maniglie dell’amore è più affascinate, sentiremo meno la necessità di ricorrere a queste cure per salvaguardare la nostra sicurezza.

 


Avendo parlato di sicurezza e di io inteso come psicologia , non siamo davvero noi a scoprire che tra apparenza e sostanza ovvero tra corpo e psiche esiste una strettissima relazione.
In una società che corre e che insegue sempre più il tempo, una donna deve dedicarsi alle proprie incombenze lavorative, agli impegni di moglie, mamma, casalinga, senza assolutamente dover trascurare il proprio essere donna e la propria femminilità.
Ecco allora che partendo dalla ricerca dell’abito che evidenzia le doti nascondendo eventuali difetti, dall’acconciatura che più si addice, al trucco più appropriato, si giunge fino alla medicina ed alla chirurgia estetica.
 Nasce così il rapporto tra “il/la paziente” ed il suo medico che,  nel caso dell’estetica, va oltre il normale rapporto di fiducia che deve crearsi tra paziente e medico di altre specialità.
Con il proprio medico estetico infatti, deve  crearsi un rapporto di amicizia, di complicità e qualche  volta di segreto, infatti entriamo in un campo che difficilmente si ha piacere di pubblicizzare.
Il professionista deve essere un pò confessore,  con lui ci si deve aprire, e far conoscere debolezze ed insicurezze, ed insieme ricercare, come dicevamo prima,  la soluzione e l’equilibrio tra apparenza e sostanza.
Il nostro specialista deve essere quello che, per ottenere il risultato desiderato, ci consiglia il metodo più appropriato, il più efficace, ma senza esporci a rischi indesiderati e soprattutto ingiustificati. Senza farci fare da cavie per sperimentare l’ultimo “ritrovato bellico” del quale ancora si conosce poco dei benefici che garantisce e nulla dei possibili problemi che può provocare.

 


La fiducia reciproca non deve essere tradita , nè promettendo mari e monti senza poterli poi mantenere, né sottoponendo a trattamenti non necessari o non indicati per il singolo caso.
Una delle prime regole infatti è che se non c’è una corretta indicazione, non potrà mai ottenersi un corretto risultato.

 


E’ inutile eseguire per forza un trattamento, se non è indicato, questo non sortirà risultati e così diffonderemo un messaggio che detta pratica non è efficace ma in realtà è stata solo applicata nel modo scorretto.

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